Una mini-guida alla gestione della vita da freelance: essere un libero professionista con meno pensieri e più creatività!
Mi chiedo cosa succeda nella testa di chi apre partita IVA. Nella mia è successo qualcosa di inaspettato, forse, che ha portato a una tempesta di neuroni inarrestabile. Questo, a volte non mi fa dormire a sufficienza e mi crea una iperattività esagerata, ma la cosa meravigliosa è che lo faccio con tantissimo entusiasmo. Praticamente lavoro sempre, ovunque, anche quando non voglio. E’ questa quindi, la vita del freelance?

Il freelance ha spesso una vita caotica: non ha orari, non ha giorni in cui “è off” cioè stacca regolarmente come nel weekend per chi lavora in ufficio; non ha sempre clienti fissi, non ha una sola cosa alla volta su cui lavorare, non ha pace, insomma (almeno così sembra)! Ma non è solo questo.
Ci eravamo lasciati qua, ricordi? Molte cose sono cambiate e il progetto della ceramica è sempre lì in cantiere, ma dovrò pazientare ancora perché a livello pratico, economico e burocratico non è così facile come sembra, trasformarlo in un lavoro.
“Serena, e se volessi aprire anche io Partita IVA?”
Ti spiego quello che probabilmente nessuno ti ha ancora detto!
Quando decidi di aprire partita IVA, ti scontri inevitabilmente con una marea di informazioni, come è successo a me, che non sai dove cercare e come gestire. Quindi come fare?
Te lo spiego io!
Sperando di esserti d’aiuto quanto possibile, ma ricordati che sono una lavoratrice, come te, e non sono né un commercialista né un avvocato. Ti racconterò semplicemente quello che ho imparato, cercando di darti quelle informazioni di base che avrei voluto avessero dato a me quando ho iniziato.
Sarà un articolo più lungo del solito, ma spero possa darti qualche dritta importante e chiarire molti dei dubbi che, all’inizio, tutti abbiamo.
Tante difficoltà…
Non è tutto rose e fiori. Avere a che fare con le persone e con clienti che non sempre si rendono conto del valore del tuo lavoro è difficile. Far quadrare i conti è difficile. Mantenere un impegno con sé stessi e una regolarità è difficile. Gestire i rifiuti quando proponi un lavoro e ti viene detto “non è quello che cerchiamo” per poi rivolgersi a qualcun altro, è difficile. Organizzare il proprio lavoro è difficile! (Ma di questo te ne parlerò più in là).
Ci sono poi i clienti che non pagano, o pagano in ritardo: succede. Oppure chi ti chiede un preventivo, ti fa ammattire, e poi scompare ancor prima di commissionarti il lavoro dopo averti fatto perdere tanto tempo, e qui sta a te trovare la giusta via di mezzo. Insomma, a volte ci sono cose di cui ti rendi conto soltanto dopo, quando ci sei dentro fino al collo, ma…
Quindi qual è la VERA vita del freelance?
Aprire partita IVA è un passo importante e ti rendi conto che sei padrone di te stesso e del tuo lavoro. E’ la manifestazione della volontà di trasformare in lavoro qualcosa che fai. Non lavori per portarti a casa uno stipendio, ma perché ti piace quello che fai, sei entusiasta e non riesci a fermarti. Hai mille idee, hai tante strade tutte da percorrere. Man mano che completi i tuoi obbiettivi ti sembra che la tua anima esploda in mille pezzettini, da ognuno dei quali sta nascendo qualcosa, ed è bellissimo.
Questa, è la vita del freelance.
Se ami il tuo lavoro non può che essere così. Ci saranno momenti di sconforto, in cui vorrai mollare tutto e ti chiederai chi te l’ha fatta fare ma se riesci a viverci, ti accorgerai che è la scelta migliore che potevi fare.
Imparare a gestire il proprio lavoro
Bisogna imparare a gestire l’attività freelance dicendo anche “NO” quando serve. A dire “non è di mia competenza“, “non è in preventivo” oppure “non tocca a me farlo“. L’importante è farlo sempre con educazione e buon senso. Ci saranno clienti che apprezzeranno tantissimo il tuo lavoro e ti daranno tantissima soddisfazione perché saranno felici. Molti che ti daranno umanamente molto più di quello che una commissione può darti. Ma capita di trovarsi alle prese con clienti particolarmente difficili che ti diranno “tanto non ci vuole niente“, “ma io non ho intenzione di pagare anche un grafico“, oppure “mettici dentro anche questo, tanto non ti costa niente“.
E’ da mettere in conto.
E’ però importante farsi sempre in quattro e lavorare al massimo delle nostre capacità. Prima di tutto per la nostra soddisfazione, e amare ogni lavoro che ci passa fra le mani.
Ma quanto si paga per essere un libero professionista?
Arriviamo al dunque. Bisogna anche pensare che la propria attività prevede tasse, commercialisti, conti che a volte non tornano e… tanti, tanti dubbi.
Questa domanda me la fanno in tanti: “Serena ma… quanto pago per gestire una mia attività?“
Io non sono commercialista, quindi posso consigliarti di affidarti ad un esperto per sapere innanzitutto se ti conviene, in base a quanto potresti guadagnare: questa stima è la più difficile da fare, all’inizio.
Molti studi contabili ti permettono di fare una prima consulenza ad un prezzo vantaggioso o addirittura gratuitamente. Altrimenti puoi chiedere, per la prima volta, di parlare con un esperto su siti come Fiscozen o Flextax (se vuoi una idea di massima, o sei illustratore, puoi trovare due articoli molto esplicativi QUI e QUI, che ti aiuteranno a schiarirti le idee) ma consiglio soprattutto di fare due chiacchiere vis-à-vis con un commercialista per capire come far partire la propria attività.
Bisogna studiare per essere libero professionista
Una volta studiato (si, bisogna un po’ studiare! Come a scuola) come funziona, puoi trovare online anche diverse tabelle che ti aiutano a calcolare quante tasse pagherai, altrimenti potrebbe fornirti questo strumento il professionista in materia fiscale a cui ti sei rivolto.
Decidi quale regime fiscale adottare ed è più conveniente per te.
Ad esempio io ho deciso di essere una libera professionista ed ho adottato il regime forfettario startup, che prevede una tassazione agevolata al 5% per i primi 5 anni, e si è esenti dal versamento dell’IVA.
Per questo puoi fare una ricerca online. Vedrai che consultando i siti che ti ho consigliato, ti sarà subito chiara la differenza fra i vari regimi.
Codici ATECO, questi sconosciuti
Quello a cui dovrai pensare prima, però, è capire i codici ATECO che sono collegati a quello che vuoi fare (scopri QUI qualcosa in più) . Cosa sono? Sono codici attraverso i quali l’Agenzia delle Entrate identifica la tua attività e le competenze, in un certo senso, che porterai nella tua attività e che servono ad esercitare legalmente quest’ultima. Il codice principale identificherà quello che sei professionalmente: nel mio caso infatti, è quello riguardante gli illustratori, poi ci sono quelli relativi alle attività collaterali (ad esempio grafica pubblicitaria, o grafica per siti web, che per il fisco sono due attività ben distinte).
Attenzione infatti a quei codici che inizialmente non ti verranno in mente
ovvero, ad esempio, il codice che riguarda le campagne di marketing se volete monetizzare su YouTube o fare promozione a prodotti sui social, con le partnership sponsorizzate su Instagram, Facebook o TikTok.Oppure il codice che riguarda i corsi di formazione culturale se volete insegnare quello che sapete fare, a qualcun altro, o ai bimbi (attenzione! Non è valido per tutti i corsi, ad esempio non vale per quelli professionali o universitari, ovviamente).
Non tutti i codici ATECO sono applicabili, però, ad una attività freelance. Alcuni sono relativi ad attività commerciali per applicare i quali dovrete essere iscritti alla Camera di Commercio.
E se voglio vendere online?
In questo caso non hai scelta: devi fare l’iscrizione in Camera di Commercio. Cosa cambia? Non sarai più quello che si dice un freelance, ovvero libero professionista, ma un commerciante. Potrai quindi aprire un e-commerce, ma questo comporta una tassazione differente per quanto riguarda la previdenza sociale. Il più temuto da chi apre un’attività è, infatti, il pagamento dei contributi INPS. Col regime forfettario, da liberi professionisti, ci si iscrive alla gestione separata INPS che prevede il pagamento di una aliquota fissa, ovvero una percentuale, su quello che guadagni (per sapere come si calcola, guarda gli articoli che ti ho linkato nel paragrafo “Ma quanto si paga per essere un libero professionista?”), mentre con la Camera di Commercio, avrai 4 rate fisse a Maggio, Giugno, Agosto e Novembre, che ammontano a cifre che vanno dai 600 ai 900 euro a rata, per arrotondare. Mica male, eh?
Ecco perché molti sono terrorizzati!
Anche perché ogni anno a Giugno, con la dichiarazione dei redditi, dovrai da pagare non solo le tasse su quanto guadagnato (parliamo dell’IRPEF) ma anche l’anticipo per l’anno in corso, in due rate, a Giugno e Novembre, sia per l’IRPEF che per i contributi INPS.
Vuoi qualche numero? Se inizi la tua attività nel 2022, ad esempio, guadagni 10.000 € come libero professionista, nel 2023 che è il primo anno successivo all’apertura, pagherai quasi 5 mila euro di tasse totali perché paghi anche quelle relative al 2022. Ma attenzione, alcune sono rateizzabili o riducibili a seconda di come sta andando l’attività, e qualcosina puoi riprenderti l’anno successivo perché alcune quote sono deducibili. Insomma, hai tempo fino a Giugno dell’anno successivo per dare una bella spinta e cercare di ingranare, e poi si comincia a pagare, detto proprio fuori dai denti.
Capisci che ci vuole un professionista che ti guidi, perché anche in base ai tuoi guadagni tutto cambia e anche il regime scelto può non essere più quello giusto per te se le entrate aumentano molto.
Camera di Commercio: Artigiano o Commerciante?
Non scordiamo questa cosa importante: se acquisti materie prime e le trasformi, creando oggetti unici con le tue manine, (ad esempio come fa un ceramista, un falegname, un sarto) sarai artigiano, e come tale risulterai per il fisco e avrai determinati obblighi e incombenze, mentre se acquisti prodotti che rivendi o assembli prodotti che hai acquistato, sei un commerciante e ci sono delle differenze. Ti consiglio, nello specifico, di chiedere anche questo al professionista che ti seguirà per la paste fiscale.
Le spese scaricabili con la dichiarazione dei redditi
Non saranno più quelle che avevi prima di aprire col regime forfettario. Praticamente non potrai più scaricare interessi del mutuo, se ne hai uno, spese mediche e altre spese per cui prima potevi avere un rimborso al momento della dichiarazione dei redditi. Tieni conto di questo!
Conclusioni
Ho cercato di sintetizzare tutto, il che è molto difficile perché, come avrai capito, l’argomento è complesso e lungo da trattare ma non voglio annoiarti, e poi in rete trovi veramente tantissimo da studiare. Puoi partire da quello che ti ho spiegato, se ti va, e sono sicura che adesso non perderai più la strada fra foreste di numeri e decisioni spinose. Ho fatto del mio meglio e spero di aver dissipato quella nebbiolina che aleggiava sulla questione libera professione.
Voglio darti un ultimo consiglio: improvvisarsi è difficile e rischi di perdere molto tempo e andare a tentoni, se non va proprio come avevi immaginato.
Se vuoi, e te lo puoi permettere, ti consiglio vivamente di fare formazione, se hai intenzione di aprire una tua attività.
Personalmente, ti consiglio la FLIP Academy di Flowerista. “FreeLance In Progress” è un programma di 6 mesi durante il quale Sara Malaguti e il suo team sapranno consigliarti e portarti sulla strada giusta per gestire i conti, i social, la promozione pubblicitaria e tanto, tanto altro! Io l’ho fatto e sono felicissima di aver frequentato la FLIP: la migliore scelta che potessi fare per iniziare col piede giusto!
Se decidi in intraprendere questa strada, mantieni il sangue freddo, sii sempre positivo e con la testa sulle spalle e i piedi ben piantati per terra. Non mi resta che augurarti in bocca al lupo!