Una meridionale a Milano, o comunque ha nord, non ha sempre vita facile. Quando, nel 1997 abbandonai la mia città natale, alcuni amici mi tolsero addirittura il saluto. Perché ero una “traditrice“, una codarda, che scappava invece che lottare per la sua città. Ma la mia città, forse, era già morta allora e non lo sapeva.
A volte scappare è la soluzione
Io sono stata fra i primi, forse proprio la prima nella mia città (che io ho soprannominato Il Castello, perché me ne stavo nella mia roccaforte protetta da mamma e papà, in una realtà ancora ovattata che però già mi stava stretta) prima di partire per andare “Altrove” come ti raccontavo qui, a partire e andare così lontano. Tutti quelli a cui ancora batteva il cuore per qualcosa che non potevano trovare lì, come me, se ne sono andati al nord appena hanno potuto. Ho provato ad aprire un’attività, ma si sono messe in mezzo cose con cui non volevo avere a che fare, avvisi più o meno espliciti, raccomandazioni necessarie, perché non mi chiedessero il pizzo, perché non mi bruciassero il negozio, o mi facessero saltare in aria la macchina. Quando mi dicono “ma come, avevi il mare!” sorrido e non glielo spiego nemmeno più, perché me ne sono andata.
La vita al Nord
Ormai sono “nordica d’adozione” e, forse vi stupirà, il mare e la mia città non mi mancano neanche un po’. Anni fa il termine “terrone” era offensivo. Adesso si utilizza (affettuosamente o meno) per indicare la provenienza dal sud italia. Qualcuno dice che il terrone va di moda, che è un modo di essere e non è più legato alla sua provenienza geografica, che è sinonimo di tamarro. Ma quando partii, non era così, ecco perché essere una meridionale e vivere a Milano non è sempre stato semplice, perché ho dovuto lottare contro i pregiudizi, a volte sono stata insultata (si, esatto), ma fortunatamente quasi tutti mi hanno sempre accettata con affetto.
Un’aliena in Lombardia
Quindi, sentendomi un po’ aliena anche io, disegnai nel 2006 questa vignetta: E.T. l’ExtraTerrone (che voleva essere una parodia di E.T. l’ExtraTerrestre) , immaginando come si sarebbe ambientato un extraterrestre se fosse atterrato nel profondo sud e avesse adottato costumi e usanze di chi si è fermato e non ha seguito mode e progresso. Ho deciso di ridisegnare e ricolorare quel disegno, oggi. A sinistra la versione recente, a destra la prima versione, del 2006.
Che ne dite, è un po’ diverso? 😉
E tu, sei uno di quelli che hanno lasciato la terra natia? Se si, ne sei felice?
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